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Letta lascia: riconosce di aver subito un sconfitta durante la conferenza stampa dalla sede nazionale del Pd all’indomani del voto

E’un’aria pesante quella che si respira al Nazareno, dopo l’esito del voto del 25 settembre che ha consegnato una vittoria di Fratelli d’Italia e una sconfitta del Pd. Dal voto «utile» per arginare la deriva della destra alle alleanze mancate con Azione di Calenda, il segretario dem, Enrico Letta, riconosce di aver subito un sconfitta durante la conferenza stampa dalla sede nazionale del Pd all’indomani del voto. Ma il dem edulcora l’esito negativo per il centrosinistra. 

Pd nuova forza di opposizione

Letta presenta il Pd come una nuova forza di opposizione. «All’esito del voto di oggi un risultato è stato raggiunto, tenere unito il Pd». Per il segretario dem, il Pd si rivela una forza ancora in campo e una forza di opposizione. A fronte di risultati deludenti, a Letta non resta altro che promettere una opposizione dura e intransigente, in linea con le posizioni degli ultimi anni, un’opposizione istituzionale. E poi l’auspicio verso l’immediato inizio della nuova legislatura per rispondere agli impegni istituzionali. «Spero che il governo Meloni nasca nei tempi più rapidi possibili, c’è una legge di bilancio da fare».  Letta però incalza sulla mancata opportunità delle alleanze. I numeri dimostrano che l’unica via era il ‘campo largo’: una strada non perseguibile ma non per nostra responsabilità». Il riferimento va al leader di Azione da cui è arrivato un «fuoco amico», precisa Letta, come dimostra «la candidatura di Calenda nel collegio di Emma Bonino, che ha finito per aiutare l’elezione della candidata di destra». 

L’addio alla segreteria del partito

Il segretario, che presenta un «nuovo Pd all’altezza di una sfida epocale di fronte a una destra che più destra non c’è», punta il dito anche contro le altre forze che hanno permesso una dispersione dei voti e una catalizzazione delle preferenze verso il centrodestra. «Se siamo arrivati al governo Meloni è per via del fatto che Giuseppe Conte ha fatto cadere Draghi», ha detto Letta che poi rilancia sul suo ruolo all’interno del Pd. Presentando un nuovo congresso per avviare nuove «riflessioni su cosa è e cosa deve essere il nuovo Partito Democratico», il segretario conferma che non si presenterà come candidato all’appuntamento politico che si terrà nelle prossime settimane. «Assicurerò la guida del partito fino al congresso», afferma Letta, in quello che è un «atto d’amore» per l’Italia e l’Europa.» Con questa destra, chi verrà dopo di me dovrà lavorare per un lavoro che dia una alternativa alla maggioranza degli italiani. Non sono mai stato per la autosufficienza, non sono mai stato per l’isolamento, sono sempre stato per il dialogo». Adesso il Pd si avvia verso una fase delicata. 

Marco Gargiulo

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